lunedì 30 settembre 2019

                                                                        SCHELLING


Il  pensiero di Schelling conosce varie fasi:a partire da un idealismo che già da spazio a un fattore di oggettività della natura, fino a giungere al compiuto riconoscimento della irriducibilità del reale alla ragione umana, che deve perciò piegarsi ad accogliere la Rivelazione di Dio, non più identificato con lo Spirito (umano) ma concepito come Mistero trascendente.
Quindi da un lato vi è la filosofia trascendentale, intesa come il superamento fichtiano del kantismo grazie a un’intuizione intellettuale del sovrasensibile, qui dell’io come fondamento dell’intero sapere, indimostrabile perché inoggettivabile. Dall’altro lato la filosofia della natura, a cui è indotto dalla necessità di spiegare il nesso tra l’uno incondizionato e la molteplicità condizionata ma anche da un autentico interesse per la fondazione filosofica delle più recenti scoperte scientifiche. la natura è concepita da Schelling come un organismo vivente e finalistico, la cui unità occulta  sarebbe il galvanismo  e la cui incessante produttività, grazie al meccanismo della polarità, e cioè alla continua azione reciproca di forze opposte (attrazione vs. repulsione, produttività vs. prodotto), sarebbe il riflesso e simbolo inconscio dell’altrettanto continua evoluzione dello spirito.


                                                                          FICHTE
L'Idealismo etico di Fichte

Secondo il suo pensiero l'IO è un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti:
- tesi: l'io pone se stesso -> si rivela come attivitá autocreatrice
- antitesi: l'io pone il non io -> produce l'altro da sè come oggetto e ostacolo indispensabile alla sua attività
- sintesi: l'io oppone nell'io, all'io divisibile un non io divisibile -> si particolarizza nei singoli io empirici e finiti contrapposti alle cose del mondo

Fichte sostiene che la natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall'io, il quale poi pone il non-io e si determina come io empirico grazie all'immaginazione produttiva.

Il compito dell'uomo, secondo il suo pensiero, è quello di affermare la propria libertà, infatti il mondo esiste in funzione dell'attività dell'uomo e del suo atuperfezionamento, primato della vita morale rispetto a quella teorica.

-> L'uomo ha il suo fine nella società la quale ha l'obbiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri grazie alle due leggi morali:
1) trattare gli altri come fini e mai come mezzi;
2) puntare al perfezionamento degli uomini tramite l'educazione per questo la missione del "dotto" consiste nel promuovere il progresso culturale e morale di tutte le classi sociali.

domenica 19 maggio 2019

Kant

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

Kant afferma che la legge morale è un fatto della ragione in quanto è incondizionata è universale, ha la forma del “comando” perché deve contrastare la sensibilità è gli impulsi egoistici.

La ragion pratica coincide con la volontà che è la facoltà che permette di agire sulla base di principi normativi:

  • le massime: prescrizioni di carattere soggettivo.
  • gli imperativi: prescrizioni di carattere oggettivo; distinti a loro volta in
  1. imperativi ipotetici 
  2. imperativi categorici 

Kant afferma che l’azione è morale quando è compiuta solo in vista e per rispetto del dovere, soddisfa il principio di universalizzazione ampliato attraverso le tre formulazioni dell’imperativo categorico, che impongono di agire.

  • << soltanto secondo quella massima che, a tempo stesso, puoi volere che divenga una legge universale. >>
  • << in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo.>>
  • in modo tale che << la volontà, in base alla massima, possa considerare contemporaneamente se stessa come universalmente legislatrice.>>

La moralità richiede là conformità al dovere ma anche la convinzione interiore, in essa l’uomo si eleva al di sopra del sensibile e delle leggi di natura, su di essa sì fonda la religione infratti le principali dottrine religiose sono postulati della ragion pratica: l’esistenza di Dio garantisce la possibilità del sommo bene e l’immortalità dell’anima garantisce la realizzabilità del sommo bene.

lunedì 6 maggio 2019

Kant

LA DOTTRINA DEGLI ELEMENTI:

è suddivisa in :

  1. ESTETICA TRADESCENTALE —> studia la conoscenza sensibile la quale è passiva è attiva allo stesso tempo infatti riceve dall’esperienza i dati percettivi e li organizza attraverso due forme a priori:
  • SPAZIO la forma del senso esterno
  • TEMPO la forma de senso interno 


  1. LOGICA TRASCENDENTALE—> suddivisa in 
  • ANALITICA TRASCENDENTALE: studia la facoltà dell’intelletto, consente di unificare le intuizioni sensibili sotto le 12 categorie la legittimità della loro applicazione è giustificata con la deduzione trascendentale secondo cui tutto il processo  conoscitivo è fondato sull’io penso (il legislatore della natura) intesa come realtà fenomenica distinta dalla realtà noumenica.

       DIALETTICA TRASCENDENTALE: studia la     ragione e cerca di superare i limiti dell’esperienza attraverso 

  • l’unificazione dei dati del senso interno —> idea dell’anima
  • l’unificazione dei dati del senso esterno —> idea del mondo 
  • l’unificazione dei dati del senso interno ed esterno —> idea di Dio

giovedì 2 maggio 2019

KANT


Il PROBLEMA della CONOSCENZA nella CRITICA          
                                      della RAGION PURA:
Nella Critica della ragion pura si afferma che occorre condurre un’analisi sui fondamenti della conoscenza al fine di mettere a punto quali sono le condizioni di possibilità della scienza e capire se è possibile una metafisica come scienza a questo scopo infatti si analizzano le proposizioni della scienza (i giudizi).
Kant inoltre sostiene che i giudizi si distinguono in tre tipologie:
1) ANALITICI = in essi il predicato esplicita solo il contenuto del soggetto. Possiedono universalità e necessità ma non accrescono il sapere.2) SINTETICI e POSTERIORI = in essi il predicato aggiunge novità al soggetto. Inoltre accrescono il sapere ma sono particolari e contingenti.
         —> si può distinguere:
  • l’aspetto materiale: le impressioni sensibili che io soggetto riceve passivamente dall’esperienza (a posteriori)
  • l’aspetto formale: le modalità (a priori) con cui la mente ordina attivamente le impressioni.
Kant infatti parla di rivoluzione copernicana in quanto egli pensa che non è la mente a doversi adeguare alla realtà, ma la realtà a doversi adeguare alle modalità conoscitive del soggetto.3) SINTETICI A PRIORI = accrescono il sapere (essendo sintetici), sono dotati di universalità e necessità (essendo a priori).


domenica 28 aprile 2019

HUME


Il principale elemento di originalità della ricerca filosofica di Hume è indubbiamente il tentativo di applicare il metodo sperimentale allo studio della natura umana, finalizzato a istituire una scienza dell’uomo simile a quella teorizzata da Bacone(1561-1626) per la natura fisica. Hume, dunque, ispirandosi al metodo newtoniano e alle ricerche di Locke(1632-1704), Shaftesbury (1671-1713), Mandeville (1670-1733), Hutcheson (1694-1746) e Butler (1692-1752), vede nell’analisi sistematica delle varie dimensioni che costituiscono l’uomo (ragione, sentimento, morale, politica) il mezzo per far tornare la filosofia la prima scienza di riferimento del sapere umano. Un simile rivolgimento è secondo Hume possibile poiché tutte le scienze sono in stretto rapporto con la natura umana, in quanto fanno parte del bagaglio conoscitivo dell’uomo e da esso sono studiate giudicate
Un’altra novità rappresentata dal pensiero di Hume è l’esito scettico dell’indagine sul mondo esterno, che porta alle estreme conseguenze l’empirismo lockiano. Egli, infatti, contrapponendosi agli illuministi, ritiene che la natura umana si componga di sentimento e istinto, più che di ragione. La ragione stessa, inoltre, non è che una specie di istinto finalizzato al chiarimento di ciò che si accetta o si crede. Al momento in cui la ragione scopre che quelle verità ritenute oggettive - cioè fondate sulla natura stessa delle cose - sono invece soggettive e dettate dall’istinto e dall’abitudine, è inevitabile che si crei un contrasto tra essa e l’istinto. Questo contrasto si risolve però, secodno Hume, riconoscendo che la ragione stessa, che dubita e cerca, è una manifestazione della natura istintiva dell’uomo 1. Ne risulta che la conoscenza umana è solo probabile e intrinsecamente limitata.

lunedì 1 aprile 2019

LOCKE: LA CONCEZIONE DELLO STATO E L’AFFERMAZIONE DELLA TOLLERANZA

Egli afferma che nello stato di natura gli uomini godono dei diritti naturali alla vita, alla libertà, alla proprietà tuttavia manca la garanzia della legalità nella quale gli uomini devono stipulare un contratto sociale che implica:
  • il patto di unione -> gli individui si uniscono in una società civile;
  • il patto di sottomissione -> i cittadini si sottomettono a un’autorità che ha il compito di tutelare i diritti naturali 
Secondo Locke lo stato è fondato sul consenso dei cittadini, governa in modo non arbitrario e prevede la separazione dei poteri (legislativo é esecutivo) che ha lo scopo di evitare il dispotismo.
Secondo il suo pensiero bisogna tenere distinti:

  1. l’ambito politico: finalizzato a fare le leggi e a farle rispettare; in esso vale il principio della tolleranza religiosa fondato sul fatto che nessuna religione è superiore alle altre e che la fede non può essere imposta con la forza;
  2. l’ambito religioso: finalizzato a soddisfare i bisogni spirituali per cui la Chiesa è una società libera e volontaria.
LOCKE 







egli è considerato il padre dell’empirismo moderno.
Secondo il suo pensiero le idee non sono innate ma derivano dall’esperienza in particolare:
  1. dall’esperienza esterna provengono le idee di sensazione;
  2. dall’esperienza interna provengono le idee di riflessione;
infatti la mente umana, egli la definisce, come un foglio bianco, quindi privo di contenuti, che acquisisce gradualmente le conoscenze con il progredire delle esperienze.
Locke esegue una distinzione tra:
  1. idee semplici (di sensazione è riflessione) -> derivano dalle esperienze elementari e sono dotate di certezza;
  2. idee complesse -> provengono dal l’elaborazione delle idee semplici e si distinguono in: 
    • idee di modi (non sussistono di per sè ma sempre in relazione a una sostanza)
    • idee di sostanze (riferite a qualcosa di esistente in sè che funge da sostrato)
    • idee di relazioni (derivano dal rapporto istituito tra idee semplici)

Nel suo pensiero si trova il concetto di conoscenza che egli percepisce come una cosa che è circoscritta alle certezze sensibili (esterne o interiori) è probabile quindi sufficiente a orientarsi nel mondo ma non assoluta, le sue uniche certezze non sensibili sono quelle dell ‘ IO e di DIO

lunedì 18 febbraio 2019


                                                                           Hobbes




 


Egli nasce in Inghilterra nel 1558, studia ad Oxford e diventa precettore per una grande famiglia, i duchi di Devonshire.
All’interno del pensiero di Hobbes si può riconoscere che l uomo è un essere naturale e corporeo, ogni conoscenza deriva dai sensi (empirica ) e si sviluppa in tre livelli:
1) sensazione —> movimento sollecitato dagli oggetti che sensibilizzano gli organi di senso formando un immagine;
2) immaginazione —> collega le immagini sensibili trattenuti dalla memoria;
3) intelletto —> collega i nomi attribuiti convenzionalmente dal linguaggio alle immagini delle cose infatti esso ha due funzioni principali 1. serve alla memorizzazione 2. serve alla comunicazione.
Nell’articolazione del suo pensiero egli spiega che la materia corporea è l’unica realtà e il movimento  è l’unico principio di spiegazione dei fenomeni pertanto esiste un rigido determinismo anche in ambito etico che consiste nel bene e male che coincide con ciò che favorisce l’autoconservazione o che la ostacola e la libertà è soltanto << libertà di fare ciò che la volontà ha deciso.>>

Secondo il suo pensiero lo stato di natura e cararatterizzato da l’illimitata libertà individuale che comporta una situazione di ostilità generale con il rischio della distruzione reciproca. Infatti gli uomini devono rinunciare al diritto naturale (ius naturale —> libertà che ciascuno essere umano ha, nello stato di natura, di fare tutto ciò che vuole per difendersi e per soddisfare i propri bisogni) seguendo le tre massime ragioni:
1) cercare un compromesso per ottenere la pace;
2) limitare i propri diritti in relazione a quelli degli altri;
3) rispettare i patti.

Secondo la sua concezione di Stato (o Leviatano) esso ha origine da due patti stretti sala società civile, questi sono il patto di unione (—> implica la convergenza di molte volontà verso un solo scopo) e il patto di sottomissione (—> implica l’alienazione dei diritti e del potere a un sovrano).
Lo Stato, secondo Hobbes, ha due “direzioni”:
- potere assoluto; in quanto non ha mai termine se non per la morte del re, costringe il popolo all’obbedienza delle leggi senza lui rispettarle, ha pieno controllo delle azioni e opinioni dei sudditi, egli coincide con la legge è stabilisce i criteri del giusto è ingiusto ed infine ingloba in sè il potere religioso.
- ha alcuni limiti; possiamo riconoscere che non può emanare ordini che mettono in pericolo la vita dei cittadini e lascia un margine di libertà ai sudditi nella sfera privata.